L’opera pittorica di Erio Baracchi appare come un’ evoluzione in chiave di rappresentazione tecnologica di evidente suggestione metafisica.
E’ difficile definire diversamente l’impressione spaesante suscitata da immagini inquietanti e algide che si propongono in termini d’ambiguità prospettica, risultando infatti pluriprospettiche, determinata con accorgimenti «optical» da far risalire non tanto alle sperimentazioni di Vasarely, cui é pur possibile riferirsi, quanto all’insita capacità d’inganno della pittura di Baracchi che avvicenda stesure piatte ad altre sfumate secondo alternanze che fingono strombi e pareti sbieche incernierate ad altre orizzontali, più vicine o più lontane, con un gusto per l’inganno che trae in tranelli l’occhio ed il senso della profondità dei piani successivi, come in certi disegni di Escher che non offrono mai un approdo sicuro alla vista negando l’esperienza spaziale oggettiva pur rappresentandola in modi ingannevolmente realistici.

Renzo Margonari aprile 1993

Biografia

Renzo MARGONARI (Mantova, 1937) figura tra gli artisti più liberi e vivaci nella cultura europea. Manifesta i più vari interessi anche presiedendo o partecipando a vari convegni internazionali e come organizzatore culturale, direttore e redattore di importanti riviste e saggista. Innanzitutto pittore surrealista, stimato da Arturo Schwarz e dai maggiori critici surrealisti, ha fatto parte del gruppo internazionale “Phases” animato a Parigi da Edouard Jaguer. Noto anche come incisore e scultore, è pure autorevole storico, approfondito particolarmente nello studio del Surrealismo e del Fantastico, con numerosi studi e innumerevoli articoli -oltre duemila- su importanti quotidiani, riviste di settore e monografie. È tra i fondatori di alcuni musei tra cui il MAM di Gazoldo, di cui è stato direttore per trent’anni, e riviste d’arte a diffusione nazionale come la storica NAC. È stato direttore e docente di Storia dell’arte e di Pittura per oltre un decennio all’Accademia di Belle Arti “G.B.Cignaroli” di Verona. A Mantova, ha collaborato con tutte le iniziative culturali più importanti dal 1950 in poi tra le quali si ricordano la rivista “Il Portico” e la mostra “La scienza a corte”, le riviste “Civiltà Mantovana” di cui è stato direttore e tuttora redattore, “La Corte di Mantova”.
Dal 1957 ha elaborato un articolato percorso artistico originale, estraneo alle omologazioni mercantili e delle mode estetiche, quasi sempre controcorrente. Partendo dalle indicazioni magrittiane, indirizza il suo interesse verso Max Ernst e in seguito, collaborando con Roberto Sebastian Matta la sua ricerca si svolge tracciando un’approfondita estensione dell’automatismo psichico figurativo. Nei suoi dipinti non esiste un preciso confine tra figurazione e astrazione rese conviventi in una stessa immagine non premeditata ma accuratamente eseguita spesso ai limiti dell’inganno ottico e dalle strutture rigorosamente classiche, ma anche d’ampia gestualità e nonostante sia vicina all’Informale tachiste contemporaneamente al graffitismo urbano. È una pittura eccitata, fortemente energica ed energetica, esplosiva, che suscita forti sensazioni. Margonari opera anche in ceramica, gioielleria, vetraria, nella lavorazione della pietra, sempre con spirito innovativo. Dal 1957, ha accumulato un massiccio curriculum passando per le maggiori rassegne d’arte internazionali e con oltre cento mostre personali in tutto il mondo. Ha guadagnato numerosi premi nazionali e internazionali. Vanta una cospicua bibliografia siglata da grandi firme della critica d’arte soprattutto surrealista, da Enrico Crispolti, a H.G. Matthews, da Jean Dypréau a Patrik Waldberg, a Miguel Perez Corrales, ad Arturo Schwarz col saggio Margonari infaticabile esploratore di un nuovo mondo, 2003. Nel 2008, il Centro Internazionale di Cultura in Palazzo Te e il Comune di Mantova hanno celebrato oltre mezzo secolo di lavoro artistico con una mostra delle opere recenti. È noto l’interesse espresso da molti letterati, poeti amici di Margonari, da Dino Buzzati a Renzo Modesti, Roberto Sanesi, Gianni Toti, Gianni Celati, Adriano Spatola, Giorgio Celli, Cesare Vivaldi, Alessandro Gennari, a Evgeni Evtushenko, Stefano Benni e altri. Dal 2000 tiene la rubrica d’arte “Occhiovolante” sul settimanale “La Nuova Cronaca di Mantova”. Dal 2006 è associato all’Accademia Nazionale Virgiliana nella Classe Lettere e Arti. Nel 2013 è stato nominato Chevalier de Mérite dell’Ordre Equestre de Saint-Georges de Bourgogne, a L’Aquila. Nel 2017 ha ricevuto il Premio Europeo “Lorenzo il Magnifico” dall’Accademia Medicea Internazionale di Firenze. Lo stesso anno riceve l’“Edicola di Virgilio in oro” dal Comune di Mantova.